In un post del 4 settembre 2013 Mentana sostiene l'uso dell'intervento americano del 1990 in Iraq per la vicenda Kuwait.
L'attacco americano fu possibile grazie ad una falsa testimonianza fatta da una figlia dell'ambasciatore del Kuwait in America riguardo l'uccisione di 300 neonati ad opera di soldati iracheni (evento mai avvenuto) (1)
Mentana ha poi accusato Assad di aver usato gas sarin contro i civili, notizia che si e' dimostrata falsa (2) (3)
Mentana da decenni fa giornalismo nei principali media ed in Italia uno dei problemi principali e' la disinformazione.
Questo e' il post di Mentana :
COME LA PENSO IO SU SIRIA E GUERRE UMANITARIE
Sapete cos’è il Coltan? Probabilmente no, non lo sa quasi nessuno. E’ la miscela di due minerali, columbite e tantalio. Si trova praticamente solo nelle miniere del Congo, ed è l’elemento fondamentale per costruire i condensatori a alta capacità dei nostri computer e cellulari. Per controllare i giacimenti del preziosissimo Coltan, il nuovo oro dell’era internet, da dieci anni eserciti rivali si massacrano in una guerra civile da milioni di morti: una guerra la cui eco non arriva a noi. La Repubblica Democratica del Congo per noi non è neppure un’espressione geografica, figuriamoci il suo conflitto, che per di più ha come posta il controllo della vendita di un materiale indispensabile per i nostri smartphone: meglio non sapere nulla. E però ci gonfiamo di commozione se leggiamo su quegli stessi smartphone l’ultimo tweet del Papa, “Mai più la guerra! Mai più la guerra!”.
Sì, ma la guerra è in corso. In Congo, ma anche in altre zone del mondo, a partire da quella Siria a cui pensa il Pontefice. Il conflitto civile siriano ha fatto più di centodiecimila morti in due anni, e non c’è pacifista che non abbia chiesto al mondo di intervenire. Già, ma come si interviene, se davvero si vuole intervenire, per bloccare un conflitto senza favorire una delle parti belligeranti? E l’alternativa è lasciare proseguire quella carneficina? Sono domande senza risposta, anche perché il pacifismo è presbite, si attua più facilmente quando la guerra è lontana, non ci tocca direttamente. Andatevi a leggere gli scritti sulla guerra di Simone Weil, la più pura pensatrice giudaico-cristiana del Novecento, pacifista integrale, che poco prima di morire – nel pieno della seconda guerra mondiale – scrisse parole pesanti come pietre: “Soltanto Hitler ha finora colpito l’immaginazione delle masse. Ora bisognerebbe colpire più forte di lui”.
Non fosse intervenuta in quel conflitto l’America noi tutti in Europa forse marceremmo ancora col passo dell’oca, in un continente senza ebrei né democrazia: quando c’è una guerra avviata da un aggressore è quindi lecito, e in molti casi doveroso intervenire.Il problema è come evitare che l’intervento sia vano, o addirittura peggiori le cose. Era necessario intervenire dopo che Saddam Hussein, nell’estate del 1990, invase e occupò il Kuwait, proclamandolo ventitreesima regione dell’Iraq, in spregio a ogni legge internazionale. Ma fu davvero profetico un altro Papa, Giovanni Paolo II, che nel messaggio di quel Natale definì la guerra “Un’avventura senza ritorno”. Solo tre settimane dopo cominciò il bombardamento di Baghdad. La guerra, iniziata da Bush padre, dovette riprendere docici anni dopo con Bush figlio, e non finì neanche con l’impiccagione di Saddam, sedici anni dopo le parole ammonitrici di Karol Wojtyla: quest’anno gli attentati nell’Iraq “pacificato” hanno già fatto oltre mille morti.
E quindi cosa fare in Siria? Non stare fermi: non si poteva due anni fa, quando fu chiaro che a Damasco c’era un regime ben più protetto (dall’Iran, e soprattutto dalla Russia) di quello da operetta di Tripoli, e quindi a parità di guerre civili non si poteva far fare a Assad la fine di Gheddafi. A maggior ragione adesso che sappiamo cosa quel regime ha fatto, usando il famigerato sarin contro la popolazione civile (quasi 1500 morti, di cui in terzo bambini). Kerry, segretario di Stato Usa, ha paragonato Assad a Hitler. Contro un Hitler bisogna sempre intervenire: eppure l’Occidente ha cominciato a ripiegare, a dividersi, a dubitare. E gli stessi Stati Uniti dicono: non vogliamo rovesciare Assad, ma solo punirlo per l’uso di gas nervino. Lo devono fare per non perdere la faccia: fu Obama a dire un anno fa che la linea rossa da non superare era quella dell’uso di armi chimiche. Sì, ma come si punisce scongiurando l’effetto a catena, che l’Iran poi armi gli Hezbollah libanesi, che potrebbero attaccare Israele, che potrebbe bombardare i reattori nucleari iraniani? Per evitare guai peggiori si profila di una punizione irrilevante, un bombardamento salva-faccia su un impianto chimico, e poi che vadano pure avanti con la loro guerra civile. Come in Congo, del resto. (4)
Fonti :
(1) http://www.disinformazione.it/venderelaguerra.htm
(2) http://www.julienews.it/notizia/editoriali/assad-usa-gas-nervini-sui-civili-la-menzogna-criminale/312389_editoriali_11.html
(3) http://www.libreidee.org/2014/01/siria-era-tutto-falso-chi-ha-mentito-ora-chieda-scusa/
(4) https://www.facebook.com/92106667544/posts/10151654370097545