J.F.Kennedy il presidente americano che voleva togliere
l'emissione della moneta alla Federal Reserve.
L'assassinio di J.F.Kennedy
A ritentare l'ardua impresa di liberare il popolo dalla sudditanza
nei confronti dei banchieri
privati ci penso' un grande presidente USA, John Fitzgerald
Kennedy. Anche lui, pero', esattamente come il suo storico
predecessore, venne assassinato per avere osato mettersi contro i
piani dell'elite.
Nel 1963, infatti, un decreto presidenziale virtualmente
sconosciuto alle masse, ovvero l'Ordine Esecutivo 11110 venne firmato
da J.F.Kennedy per impedire alla Federal Reserve Bank di continuare a
prestare soldi gravati da interesse al Governo Federale degli Stati
Uniti.
Con un semplice autografo, il presidente Kennedy stava quindi per
porre fuori combattimento la Federal Reserve Bank e con essa l'elite
globale che controlla l'alta finanza.
Se il suo audace progetto andato in porto prima che fossero
riusciti ad assassinarlo con la
farsa del terrorista solitario, tutti gli altri Paesi del mondo
avrebbero presto seguito l'esempio americano, liberando l'umanita'
dai suoi peggiori parassiti.
Come risultato del suo provvedimento vennero stampati piu' di
quattro milioni di dollari direttamente dal Dipartimento del Tesoro,
ma ben poche banconote fecero in tempo a entrare in
circolazione, a causa della sua morte. La nuova moneta statale
approvata da Kennedy era stata
emessa come valuta non gravata da interesse e priva di debito, ma
con la copertura delle riserve d'argento in possesso della Tesoreria
degli Stati Uniti.
Egli tento' in questo modo di sostituire le banconote della
Federale Reserve emesse dalla banca centrale privata con delle
banconote di proprieta' degli Stati Uniti, stampate dalla Tesoreria
statale
americana. I suoi provvedimenti di politica estera e monetaria si
rivelarono essere gli unici effettivamente in grado di porre fine al
problema del debito pubblico, ovvero far rapidamente cessare la
guerra con il Vietnam (una delle ennesime guerre volute dall'elite
proprio per indebitare il popolo americano) e restituire il pieno
esercizio della sovranita' monetaria allo stato.
Il suo impegno per far abbandonare il Vietnam all'esercito
americano entro il 1965 congiuntamente all'ordine esecutivo 11110
avrebbero distrutto i profitti e il controllo dei banchieri sulle
nazioni.
Ecco spiegato il vero motivo per cui il presidente Kennedy venne
assassinato il 22 novembre del 1963 e le sue 'banconote del popolo'
furono immediatamente tolte dalla circolazione.
Un delitto che fini' per costituire anche l'ennesimo monito di
avvertimento per tutti i presidenti che gli sarebbero succeduti a non
interferire sui meccanismi di controllo della creazione della
ricchezza.
Kennedy insomma condivise lo stesso amaro destino di Lincoln e la
macchina su cui viaggiava il giorno della sua morte portava 'guarda
caso' il nome di quest'ultimo. Si trattava infatti di una Lincoln!
J.F.Kennedy proveniva da una famiglia tradizionalmente appoggiata
dall'elite e quindi conosceva tutti i retroscena piu' oscuri
dell'economia, della guerra e della politica. Anche lui infatti venne
eletto grazie ai voti sporchi della mafia e al sua campagna
elettorale fu finanziata dai soliti 'generosi mecenati' dell'alta
finanza: Kennedy si avventuro' cosi in un pericoloso doppio gioco con
l'elite per accedere alla stanza dei bottoni e tentare poi di
cambiare il corso della storia.
Le dinamiche dell'omicidio e i depistaggi del processo
I rapporti tra J.F. Kennedy e la CIA si dimostrarono pessimi sin
dai primi giorni della sua ascesa alla Casa Bianca. Il presidente
sapeva bene che Allen Dulles, ovvero l'allora capo della CIA, era un
uomo di fiducia dei poteri forti (in quanto direttamente imparentato
con i Rockfeller e uomo d'affari dell'alta finanza) e per questo
motivo ne ordino' la rimozione, insieme ai suoi vicedirettori Charles
P. Cabell e Richard Bissell, dichiarando cosi guerra aperta ai
servizi segreti e all'elite.
Allen Dulles era stato uno dei finanziatori di Hitler per conto
dell'elite e con il suo licenziamento Kennedy cerco' di neutralizzare
il pericolo costituito dai servizi segreti americani frantumandone e
riorganizzandone le divisioni operative sotto il controllo di suo
fratello Robert in qualita' di ministro della Giustizia.
Non puo' stupire il fatto che l'assassinio del presidente Kennedy
venne rapidamente attribuito dalla CIA a Lee Harvey Oswald,
nonostante esistessero le prove del contrario. L'inchiesta condotta
dal procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison, dimostro'
infatti che Oswald non poteva essere ritenuto in alcun modo
responsabile di quel delitto, poiche', come rivelarono le riprese
cinematografiche amatoriali effettuate da Abraham Zapruder, Kennedy
venne colpito a morte da
proiettili provenienti dal lato anteriore della macchina e non da
quello posteriore. Oswald, di conseguenza, non avrebbe mai potuto
centrare il presidente dal magazzino di libri dove si era appostato
secondo la ricostruzione ufficiale. La verita' e' che l'assassinio di
Kennedy non fu opera di un pazzo solitario, come i media e le
istituzioni ci hanno voluto far credere, ma il lavoro di una
squadra di cecchini professionisti ben addestrati e coordinati tra
loro.
Oswald, appena si rese conto di essere stato incastrato dai
servizi segreti, si dichiaro' pronto a far luce sull'intera vicenda
in Tribunale, ma prima che riuscisse a parlare venne freddato da un
ebreo mafioso di nome Jack Ruby (il cui vero nome era Jacob
Rubenstein). Il coinvolgimento della cupola dell'alta finanza ebraica
in questo secondo omicidio su commissione comincio' cosi a palesarsi,
in quanto il mafioso piu' potente d'America era l'ebreo Meyer
Lansky (il cui vero nome era
Majer Suchowlinski). Quest'ultimo fu uno dei promotori del
progetto che porto'
alla costruzione di Las Vegas e lavoro' attivamente per i servizi
segreti.
Tra i suoi soci d'affari vi erano dunque tutti i personaggi di
spicco della mafia italiana come
Al Capone o Lucky Luciano. Jack Ruby venne a sua volta ucciso (o
comunque fatto scomparire di scena) in seguito, per insabbiare tutti
i retroscena che avrebbero potuto condurre ai veri mandanti degli
omicidi. Ogni volta che la situazione si faceva pericolosa Lansky
riparava in Israele, dove godeva di coperture politiche sicure.
Fu proprio uno dei suoi uomini, un certo Mickey Cohen, infiltrato
nei circoli hollywoodiani, a presentare Marilyn Monroe a J.F. Kennedy
per usarla come agente informatore dell'elite globale.
Del resto, l'ebreo Cohen, oltre ad avere avuto una relazione con
l'attrice, era specializzato nel compromettere sessualmente le stelle
del cinema per poi ricattarle.
Naturalmente anche lei venne successivamente tolta di mezzo con la
messa in scena di un suicidio
per overdose.Cohen peraltro era uno dei collaboratori piu' stretti
di Menachim Begin (noto terrorista divenuto poi presidente d'Israele,
lo stato dei Rothschild) e per tale motivo sfrutto' Marilyn come
'cavallo di Troia' per arrivare alla mente di Kennedy e poi riferire
informazioni di prima mano ai servizi segreti israeliani. Uno degli
incontri tra Cohen e Begin e' stato poi descritto da Jimmi Fratianno
(un capo mafia), detto 'spione': ''Dopo il breve discorso (di Cohen),
cominciammo a camminare su e giu' per la stanza, e il rabbino di
Mickey ci presenta a un tizio chiamatao Menachin Begin, che e' il
boss dell'Irgun, un'organizzazione criminale clandestina della
Palestina. Questo tizio porta una fascia nera al braccio e ci dice
che e' ricercato per avere fatto esplodere una bomba in un hotel dove
uccise circa cento persone. E' un maledetto fuggitivo''
Il procuratore distrettuale Jim Garrison per cercare di inchiodare
i veri assasini del presidente chiamo' a deporre come imputato Clay
Shaw (uomo d'affari e agente della CIA). Ad accusarlo si era fatto
avanti un supertestimone, che purtroppo venne assassinato prima che
potesse parlare al processo. Clay Shaw fu quindi dichiarato
innocente, ma in seguito emerse che aveva sempre lavorato per la CIA
e che era stato addirittura direttore della Permindex, una societa'
di facciata del Mossad (i servizi segreti israeliani) che operava
come 'unita' omicidi'. Garrison denuncio' inoltre la
circostanza che tutti i testimoni oculari dell'assassinio furono
minacciati quando esposero una versione dei fatti che non collimava
con la versione ufficiale. Inutile aggiungere che durante tutto il
corso delle sue indagini, Jim Garrison venne costantemente criticato
sia dai principali mass-media che dagli uomini delle istituzioni
controllati dall'elite. Peraltro molte delle persone che rilasciarono
la loro deposizione alla Commissione Warren, che aveva assunto il
controllo delle indagini, affermarono che le loro dichiarazioni erano
state alterate!
Si tratto' di un omicidio di stato, che godeva di coperture
politiche e istituzionali di primo piano, un assassinio che portava
la firma dell'elite.
Ma, nonostante l'ostruzionismo e i continui depistaggi, ci sono
alcuni episodi del caso Kennedy che dimostrano il coinvolgimento dei
servizi segreti nell'omicidio oltre ogni ragionevole dubbio.
Dopo l'attentato, infatti, il corpo di Kennedy venne imbarcato su
un aereo a Dallas per essere trasportato fino a Washington, dove
venne effettuata l'autopsia. Il patologo incaricato di eseguirla
venne circondato da pubblici ufficiali durante l'esame del corpo, ma
il cervello del presidente (indispensabile per appurare la direzione
da cui giunsero le pallottole) spari' 'incredibilmente'
dall'obitorio. Moltre altre persone a conoscenza di fatti scomodi
legati all'attentato perirono di morte prematura in incidenti
automibilistici, sparatorie o nei classici strani suicidi che si
verificarono spesso durante indagini di questo tipo. La seconda
commissione di inchiesta ufficiale (l'HSCA) dimostro' inoltre la
presenza di un secondo tiratore dalla collinetta (testimoniata da ben
51 persone), rimasto non identificato, che confermo' l'ipotesi di
complotto. Il figlio di Howard Hunt, noto agente CIA coinvolto nello
scandalo Watergate, dichiaro' inoltre che suo padre era nella Dealey
Plaza quando Kennedy fu assassinato. E infatti sono state scoperte
delle fotografie che lo riprendono insieme a James Earl Ray (lo
stesso assassino di Martin Luther King) e Frank Sturgis. Ma allora
chi poteva aver condotto una simile operazione di copertura e
depistamento delle indagini, se non proprio gli stessi uomini dei
servizi segreti al servizio dei poteri forti?
Fonte : Rivelazioni non autorizzate
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