Il 24 febbraio si è pronunciata in merito anche la Commissione regionale pari opportunità. «A distanza di 37 anni dalla sua approvazione la legge 194, che disciplina la tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza, risulta in larga parte inapplicata», è scritto nella nota pubblicata sul sito del Consiglio Regionale. Nella seduta plenaria, la Commissione ha pure proposto di dare vita ad un “Osservatorio – Organo di vigilanza”, a cui affidare il compito di verificare costantemente la situazione sul territorio regionale.
Insomma, a fronte della grave crisi demografica che colpisce l’Italia, nelle Marche ci si preoccupa perché non è possibile uccidere bambini…
Il documento approvato dalla Commissione pari opportunità evidenzia come «il Sistema sanitario nazionale, nelle sue diverse articolazioni territoriali, si stia rivelando incapace di gestire la corretta applicazione della legge che deve trovare piena attuazione anche nelle Marche, sia nelle strutture sanitarie pubbliche sia in quelle private autorizzate».
Questo soprattutto perché «la scelta di arrivare all’interruzione volontaria di gravidanza non è un percorso facile, per cui è auspicabile che possa essere effettuato in sicurezza, nell’ambito di una struttura ospedaliera conosciuta e familiare alla donna».
«L’obiezione di coscienza – si fa presente nel testo – è sì un diritto consolidato, ma è responsabilità di chi di governa che questo non si traduca nella violazione o soppressione di altri diritti di pari dignità. È doveroso che la legge 194 trovi piena attuazione nelle strutture sanitarie pubbliche ed in quelle autorizzate della Regione, attraverso azioni di promozione della salute che focalizzano l’attenzione sul raggiungimento dell’equità e mirino a ridurre le differenze nello stato di salute soprattutto per i soggetti più vulnerabili».
La Commissione interviene anche sulla necessità di valorizzare i Consultori, ridando dignità alla funzione per cui sono nati, che è quella di «informare e prevenire nel rispetto del diritto alla procreazione cosciente e responsabile». In questi anni, come riportato nel documento «i Consultori al contrario sono stati sempre più indeboliti e depauperati di risorse economiche ed umane. Basti pensare al numero in netta diminuzione delle mediatrici culturali, fondamentale sostegno per le donne straniere».
Il vero problema, però, è che i Consultori ormai sono soltanto luoghi in cui si dà il via libera all’aborto, in contrasto con quanto afferma la 194, che in questo caso è davvero male applicata. Ma di questo, ovviamente, non si parla. D’altra parte, sappiamo bene che l’unica soluzione davvero efficace perché la battaglia a favore della vita possa uscire vittoriosa è lacompleta abrogazione, senza alcun cedimento e compromesso, della norma approvata nel 1978.
Fonte :
http://www.notizieprovita.it/notizie-dallitalia/poco-aborto-nelle-marche-preoccupate-le-istituzioni-regionali/
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