domenica 31 agosto 2014

NASCITA DELLO STATO DI ISRAELE E LE SUE ATROCITA'

Nascita dello Stato D'Israele

Non e' un segreto che lo stato d'Israele sia nato nel 1948 in violazione dei diritti del popolo arabo 
palestinese grazie all'ingerenza delle Nazioni Unite (uno strumento creato dell'elite).
Come del resto non e' difficile riconoscere nella politica attuata da Israele i principi d'azione elencati da Zev Yabotinsky nel suo scritto 'Il muro d'acciaio' pubblicato nel 1923, che partono dal presupposto secondo cui nessun popolo si lascera' mai derubare della propria terra senza tentare di reagire e che e' quindi necessario sopprimerlo con la forza di un muro d'acciaio, ovvero con la violenza e il terrore.
Il cammino politico verso la creazione materiale del nuovo stato ottenne i suoi primi successi a livello internazionale nel momento in cui la diplomazione britannica comincio' ad esercitare forti pressioni politiche a favore della causa sionista. Un evento che puo' certamente essere fatto risalire al 2 novembre 1917, quando l'allora Segretario di Stato britannico degli affari esteri lord Balfour (massone), manifesto' il suo appoggio al presidente della Federazione sionista, lord Rothschild.
La missiva datata 2 novembre 1917 e passata alla storia come 'dichiarazione Balfour' proclamava infatti quanto segue : ''Il governo di Sua Maesta' considera favorevolmente l'insediamento in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebreo, restando bene inteso che non sara' fatto nulla che possa portare pregiudizio ai diritti civili e religiosi delle comunita' non ebraiche della Palestina''
Una dichiarazione che il diritto internazionale non avrebbe mai dovuto tollerare, dal momento che non essa, per usare le parole dello scrittore sionista-reviosionista Arthur Koestler : ''Una nazione promette solennemente a una seconda nazione la terra di una terza''. E che per altro si e' rivelata da subito impraticabile nella sua seconda parte. Per ironia della sorte, infatti, fu proprio il governo britannico a scontrarsi per primo con la realta' dei veri propositi sionisti e a dover fare i conti con le loro milizie terroristiche. E' un fatto storico accertato che le bande armate di Ben Gurion violarono tutti gli accordi di pace procurando numerosi morti tra le fila di soldati britannici. 
Inoltre, in palese dispregio di ogni senso di giustizia, vennero nominati primi ministri israeliani persino uomini riconosciuti colpevoli di atti di terrorismo e di crimini contro il popolo palestinese, come Ariel Sharon e Shimon Peres. Peraltro va aggiunto che i terroristici sionisti si sono sovente contraddistinti per l'impiego di tecniche 'false flag', che prevedono il travestimento dei terroristi allo scopo di far ricadere la colpa dell'attentato su altre nazionalita' o piu' semplicemente di sorprendere le sue vittime. 
Ma poiche' tutti i grandi mass media tendono a divulgare solo le stragi degli innocenti compiute dagli uomini-bomba palestinesi (basta accendere la televisione e ascoltare i telegiornali per scoprire quanti sono i reportage sull'argomento),dopo aver chiarito la storia delle milizie sioniste e' bene ricordare anche i crimini deliberati o meno (nel caso di quelli archiviati come incidenti) commessi in Palestina dai colonizzatori.
Nei notiziari dei grandi canali d'informazione, pero', la parte del cattivo la fa sempre il popolo arabo-palestinese, mentre a Israele viene conferito un posto d'onore nella lotta contro il terrorismo.
Una situazione anomala, in cui tutti i politici delle varie nazioni sembrano addirittura fare a gara tra loro pur di assicurarsi un posto privilegiato tra gli amici dello stato d'Israele. Ma si tratta veramente di un'amicizia disinteressata?
La posizione dei nostri governi vede infatti lo stato d'Israele costretto suo malgrado a difendersi con ogni mezzo dagli incivili attacchi dei terroristi arabi. Ha quindi dalla sua parte tutta la solidarieta' internazionale di chi abbraccia la lotta contro il terrorismo.
Conoscendo pero' la storia del sionismo revisionista, dei suoi programmi d'azione (vedi 'Il muro d'acciaio' di Jabotinsky) e dei suoi protagonisti storici, e' molto semplice capire chi sono i veri responsabili delle provocazioni. Segue quindi l'elenco di alcuni episodi accertati di terrorismo 'false flag' e di altre stragi perpetrate con il pretesto delle legittime ritorsioni.

King David Hotel
Il 22 luglio 1946 venne collocata una bomba al King David Hotel di Gerusalemme.
L'attentato venne organizzato dalle bande terroristiche paramilitari ebraiche Irgun e Stern, in accordo con l'Agenzia Ebraica e il suo leader, David Ben Gurion.
L'annuncio dell'imminente esplosione fu dato alle autorita' mandatarie britanniche appena trenta minuti prima dell'esplosione, con un preavviso insufficiente a evacuare tutto l'albergo.
Ci furono quindi 97 morti e 58 feriti tra inglesi, arabi ed ebrei, che in gran parte erano ammalati, feriti o medici e infermiere, in quanto l'hotel era stato adibito a ospedale militare. L'attentato fu un riuscito tentativo d'intimidazione contro la politica britannica, che controllava l'immigrazione ebraica in Palestina. La deflagrazione della bomba avvenne intorno a mezzogiorno, quando gli uffici erano pieni. Gli attentatori entrarono nell'edificio travestiti da lattai arabi e, dopo aver sistemato l'esplosivo che nascondevano nelle taniche di latte, fuggirono.

Yehida
Il 13 dicembre del 1947, alcuni uomini del villaggio palestinese di Yehida sedevano a un caffe' locale, quando quattro automobili si fermarono presso di loro. Ne discesero alcuni terroristi travestiti da soldati britannici e cominciarono a lanciare granate sui civili e a colpirli con armi da fuoco. Furono uccise cosi' sette persone, e i feriti furono numerosi.

Albergo Semiramis
L'Agenzia Ebraica intensifico' la campagna di terrore contro gli arabi-palestinesi allo scopo di far fuggire le popolazioni civili dalla Palestina e da Gerusalemme. Il 5 gennaio 1948 una bomba scoppio' all'albergo Semiramis, a Gerusalemme est, facendo 18 morti e 16 feriti palestinesi.
Secondo documenti delle Nazioni Unite, il massacro fu compiuto da terroristi dell'Haganah, i quali posero bombe nel seminterrato dell'albergo e nei pressi dell'uscita.

Deir Yassin
Terroristi delle bande sioniste Tsel, Irgun e Haganah penetrarono nel villaggio arabo di Deir Yassin nella notte del 9 aprile 1948, con lo scopo di ottenere l'evacuazione della Palestina attraverso la minaccia del terrore.
Nonostante i palestinesi combattessero per difendere le proprie case, nulla poterono contro terroristi ben armati e addestrati. Dopo aver lanciato bombe incendiarie contro le case per costringere i palestinesi a uscire, cominciarono a sparare a vista. Venticinque uomini tra i sopravvisuti furono legati e portati a fare un 'giro della vittoria' tra Judah Mahaina e Zakhrun Yousif, alla fine del quale furono uccisi a sangue freddo. Il giorno dopo, alcuni uomini dell'Haganah tornarono al villaggio per scavare una fossa comune, in cui furono gettati 250 colpi.
Molte delle donne furono violentate prima di essere uccise. Alla delegazione della Croce Rossa che chiese di entrare nel villaggio per constatare il massacro, fu accordato il permesso solo due giorni dopo. Nel frattempo, i sionisti ebbero il tempo di seppellire il grosso dei cadaveri e di cambiare le indicazioni stradali, per depistare gli uomini della Croce Rossa. Questi ultimi, una volta giunti al villaggio, trovarono 150 cadaveri smembrati di uomini, donne, bambini, vecchi. Il massacro, a detta degli autori, fu fatto per instillare il terrore tra le popolazioni civili palestinesi.

Nasser Ed-Din
Nel villaggio palestinese di Nasser Ed-Din i terroristi si travestirono da fedayn palestinesi. La gente che si riverso' in strada per salutarli fu freddata sul posto e molte case vennero date alle fiamme. Solo quaranta persone sopravvissero.

Tantura
Teddy Katz, uno storico israeliano, sostiene che questo fu uno dei peggiori massacri compiuti dalle truppe israeliane. Il 15 maggio 1948 Tantura, un villaggio palestinese presso Haifa che contava 1500 abitanti, fu quasi completamente raso al suolo. Duecento persone furono uccise, il resto della popolazione venne scacciato dalle proprie case e al posto del villaggio fu creato il kibbutz Nahsholim, con un parcheggio per la vicina spiaggia.

Beit Daras
Dopo alcuni tentativi fatti per evacuare questo villaggio, il 21 maggio 1948 i sionisti mobilitarono un grosso contigente e circondarono Beit Daras. Le donne e i bambini che cercarono scampo fuggendo furono massacrati, mentre le case del villaggio furono date alle fiamme.

Moschea di Dahmash
L'11 luglio 1948 l'89° Battaglione israeliano guidato da Moshe Dayan occupo' Lydda. Per vendicare l'uccisione di sette soldati israeliani da parte dei combattenti palestinesi, i sionisti irruppero nella moschea di Dahmash, in cui si erano asserragliati molti civili, perlopiu' donne, vecchi e bambini, e ne massacrarono cento, lasciando i corpi a decomporsi per dieci giorni. Il resto della popolazione di Lydda e di Ramle fu spinto verso il campo profughi di Ramallah. A causa del forte caldo e della scarsita' dell'acqua molti profughi morirono di stenti lungo la strada

Dawayma
Il 29 ottobre 1948 l'esercito israeliano massacro' brutalmente circa centro persone, attaccando questo villaggio arroccato sulle montagne presso Hebron. Molti bambini vennero uccisi a bastonate mentre le persone anziane vennero rinchiuse in una casa poi date alle fiamme. Tutti coloro che cercarono di scappare nella vicina moschea furono falcidiati con il tiro al bersaglio dei cecchini

Houla
Il villaggio di Houla si trova nel Libano del sud, a pochi chilometri della frontiera israeliana, In esso si trovava il quartier generale del guerriglieri palestinesi, volontari arruolatisi per liberare la Palestina occupata. I militari israeliani attaccarono la cittadina per punire i suoi abitantim, che supportavano la resistenza palestinese. Travestiti da arabi, penetrarono nel villaggio per poi cominciare a sparare contro tutti i civili che andavano verso di loro. Di ottantacinque persone, solo tre sopravvissero. Israele occupo' militarmente la cittadina e ne espulse gran parte degli abitanti (di dodicimila abitanti ne restarono poco piu' di mille). Questi ultimi, tornati dopo l'armistizio nel 1949, trovarono orti e fattorie bruciati vicino alle case demolite.

Sahla 
Nel 1948, dopo aver forzato la popolazione della cittadina ad esserragliarsi nella moschea, le forze d'occupazione ordinarono di mettersi con la faccia al muro e cominciarono a sparare finche' la moschea non si trasformo' in un lago di sangue. Furono assassinate centocinque persone.

Sharafat
Il 7 febbraio 1951 i soldati israeliani attraversono la linea d'armistizio, entrarono in questo villaggio (a 5 chilometri da Gerusalemme) e fecero saltare in aria la casa del sindaco e quelle circostanti. Dieci persone persero la vita : due vecchi, tre donne e cinque bambini, mentre altri otto furono gravemente feriti.

Qibya
La notte del 14 ottobre 1953, seicento soldati appartenenti alla forza militare israeliana si mossero verso il villaggio e lo circondarono. L'attacco comincio' col fuoco indiscriminato dell'artiglieria pesante verso le case del villaggio. Precedentemente l'esercito aveva provveduto a isolare Qibya minando le strade di collegamento con Shuqba, Badrus e Na'lin. Questo odioso attacco terroristico si concluse con la distruzione di cinquantasei case, la moschea del villaggio, la scuola e la cisterna dell'acqua; sessantasette cittadini persero la vita e molti restarono feriti. Ariel Sharon, comandante dell'unita' 101, che condusse l'aggressione terroristica, disse : ''Gli ordini erano chiari : Qibya doveva essere d'esempio a tutti''

Kafr Qasem
Il 29 ottobre 1956 alcune unita delle Guardie di Frontiera israeliane giunte a Kafr Qasem ingiunsero alla popolazione di restare in casa, dopo aver ordinato che il coprifuoco cominciasse un'ora prima del solito. I quaranta lavoratori che coltivavano i campi dei dintorni, giunti in ritardo in citta', furono fatti allineare e fucilati alla schiena a bruciapelo. Il governo israeliano, aiutato dalla stampa, fece tutto quanto era possibile affinche' la verita' sulla strage restasse nascosta. Si parlo' di errore e si cercarono i colpevoli, che alla fine di una breve indagine furono identificati nel tenente Daham e nel maggiore Melindi. Ma, nonostante questi ultimi fossero stati responsabili della morte di quarantatre' persone, vennero condannati a pene miti, poi ulteriormente ridotte di un terzo. Nel settembre 1960, Daham venne nominato addirittura Ufficiale per gli Affari Arabi al municipio di Ramle.

Khan Yunis
Il 3 novembre del 1956 le forze d'occupazione israeliane si macchiarono di un'altra orrenda strage
nella cittadina di Khan Yunis e nell'adiacente campo profughi. L'esercito, con la scusa che la cittadina era abitata da elementi della resistenza, rase al suolo molte case e fece strage di civili 
disarmati. Una commissione investigativa dell'UNRWA conto' duecentosettantacinque vittime, ma qualche mese dopo la scoperta di un'altra fossa comune nei pressi della citta' porto' alla luce i cadaveri di quaranta palestinesi coi polsi legati e fori di proiettile alla nuca.

Sammou
Il 13 novembre 1966 le forze israeliane compirono un raid contro questo villaggio, distruggendo centoventicinque case, la clinica, la scuola e altre quindici abitazioni del circondario. Si contarono diciotto morti e cinquantaquattro feriti.

Kawnin
Il 15 ottobre 1975 un tank israeliano tampono' deliberatamente un bus con sedici persone a bordo, nel sud del Libano.Nessuno sopravvisse.

Bint Jbeil
L'affollato mercato della cittadina libanese fu l'obiettivo delle bombe israeliane, il 21 ottobre 1976. Ventitre' persone persero la vita, trenta restarono gravemente ferite.

Abbasieh
Durante l'invasione israeliana del Libano del 1978, l'aviazione distrusse la moschea della citta', usata come rifugio da donne, bambini e vecchi.
Ottanta persone persero la vita sotto quelle bombe.

Fakhani
Uno dei piu' orribili massacri compiuti in Libano da Israele. Il 17 luglio 1981, aeroplani da guerra israeliani lanciarono bombe su questo quartiere residenziale, densamente popolato. I morti furono centocinquanta e seicento i feriti.

Sabra e Shatila
Quest'orrendo massacro, compiuto nel settembre 1981, fu il risultato del tentativo estremo di estirpare la presenza palestinese in Libano. Esso fu preceduto da continui attacchi ai campi di profughi libanesi, di cui il mondo seppe poco, e fu compiuto dall'azione congiunta del ministro della Difesa israeliano, il terroristra Ariel Sharon, e dal suo alleato libanese, Hyas Haqiba. Il piano venne preparato meticolosamente : all'alba del 15 settembre, Israele circondo' i due campi profughi di Sabra e Shatila, isolandoli completamente. Il compito di condurre fisicamente il massacro fu assegnato alle forze falangiste libanesi, alleate d'Israele, che iniziarono la carneficina nel pomeriggio del 16 settembre e continuarono per trentasei ore. I palestinesi che cercarono scampo evadendo dal campo furono ricondotti al loro destino dalle forze israeliane, che illuminavano i campi durante la notte con le torce degli elicotteri. Il 18 settembre, il massacro era compiuto, e migliaia di palestinesi trovarono una morte orrenda. I giornalisti stranieri che riuscirono a penetrare nei campi si trovarono di fronte a uno spettacolo agghiacciante : cataste di cadaveri ammucchiati nelle strade e nelle case sventrate, e straripanti dalle fosse comuni scavate precipitosamente dai terroristi. Il numero dei morti non e' mai stato stabilito con esattezza, ma si puo' stabilire una cifra approssimativa tra le 1700 e le 2500 vittime. Altri massacri furono perpetrati in Libano tra il 1984 e il 1986 tra il 1984 e il 1986, come a Jibshit, Sohmor, Sir e Gharbya, Maharaka, Zrariyah, Homin al Tahta, Jibaa, Yohmor e Tiro; quasi tutti con il bombardamento dei civili con elicotteri e aerei da guerra.


 Campi profughi palestinesi Al-Naher Al-Bared
Nel dicembre 1986 aeroplani da guerra israeliani compirono un raid contro questo campo, uccidendo venti rifugiati e ferendone ventidue.

Ayn El-Hilweh
Nel settembre 1987 jet da guerra israeliani lanciarono un'offensiva contro il campo profughi, uccidendo trentun persone e ferendone quarantuno. Altri trentaquattro civili furono deliberatamente uccisi mentre evacuavano il campo.

Oyon Qara
Il 20 maggi 1990, soldati israeliani aprirono il fuoco su un gruppo di lavoratori palestinesi, uccidendone sette. Durante la successiva manifestazione di lutto ne furono uccisi altri tredici.

Moschea di al'Aqsa
L'8 ottobre 1990 fu compiuto uno dei peggiori massacri della storia di Gerusalemme. Qualche giorno prima della strage un gruppo di fanatici ebrei ortodossi progetto' una marcia sulla spianata delle Moschee di Gerusalemme per sistemare la pietra militare del 'Terzo Tempio' che di li' a poco avrebbero costruito. Alla marcia parteciparono circa duecentomila israeliani scortati dall'esercito, mentre le forze d'occupazione sbarravano le vie d'accesso alla citta'. Inoltre chiusero le porte d'ingresso della moschea, in cui migliaia di palestinesi erano giunti per resistere alla prepotenza degli occupanti.Allorche' i fedeli musulmani si opposero e tentarono d'impedire la sistemazione della pietra nella spianata delle Moschee, le forze d'occupazione iniziarono il massacro, usando tutte le armi che avevano a disposizione, compreso il micidiale gas nervino. I coloni ebrei che partecipavano alla marcia si riversarono contro i palestinesi. Alla fine persero la vita ventitre' palestinesi e ne vennero feriti altri ottocentocinquanta. Yitzaq Shamir, allora primo ministro, ordino' la costituzione di uan commissione d'inchiesta per indagare sulle responsabilita' del massacro.
A presiderla nomino' Tu'fi Zamir, ex capo del Mossad (servizi segreti israeliani), il quale concluse che : ''La responsabilita' dell'escalation di violenza e' imputabile alle migliaia di musulmani estremisti, che hanno attaccato il luogo santo ebraico''.

Hebron
Venerdi 25 febbraio 1994, mentre i fedeli musulmani erano inginocchiati in preghiera nella moschea di Abramo a Hebron, vennero colpiti da centinaia di pallottole provenienti da ogni parte. Gia dal giorno prima, coloni ebrei appostati nei dintorni della moschea cercavano di impedirne l'accesso ai fedeli indirizzando spari in direzione della moschea. Il giorno del massacro, un colono terrorista ebraico, Baruch Goldstein, seguace della setta ultrarazzista del rabbino Meir Kahane, penetro' nella moschea armato di fucile automatico mentre i fedeli eseguivano la preghiera del tramonto e comincio' a sparare all'impazzata. Era accompagnato da almeno altri due coloni, pure armati, e spalleggiato dall'esercito che sostava poco distante dalla moschea, affermo' : ''Il terrorista cerco' di uccidere quante piu' persone poteva.I corpi delle vittime giacevano ovunque, e i tappeti erano coperti di sangue. I soldati israeliani non intervennero affatto per fermare il massacro, anzi, cercarono anche di rallentare l'accesso delle autoambulanza''. Il terrorista Goldstein fu acciso sul posto, ma prima di morire ebbe il tempo di uccidere ventiquattro palestinesi e di ferirne gravemente almeno cento. La tomba del terrorista Goldstein e' tuttora meta di pellegrinaggio da parte di coloni fanatici appartenenti alla sua setta.

Jabalya
Il 28 marzo 1994, alcuni soldati israeliani aprirono il fuoco su dei giovani palestinesi, uccidendone sei e ferendone quarantavone.

Checkpoint di Eretz
Il 17 luglio 1994, undici palestinesi furono colpiti a morte e duecento furono feriti al valico di Heretz dall'azione congiunta di carri armati e coloni armati israeliani. La strage provoco' incidenti a catena in tutta la Cisgiordania e Gaza, durante in quali altri due palestinesi furono uccisi.

Deir Al-Zaahrani
Il 5 agosto 1994, aeroplani da guerra palestinesi bombardarono un palazzo a due piani nella cittadina libanese : otto morti e diciassette feriti.

Nabatiyeh
Il 21 marzo 1994 elicotteri da guerra israeliani colpirono un pullman scolastico pieno di bambini. Quattro bambini restarono uccisi e dieci feriti.

Mnsuriah
Il 13 aprile 1996 un elicottero da guerra israeliano apri' il fuoco contro una Volvo station wagon equipaggiata come autoambulanza, uccidendo due donne e quattro ragazze. Alcuni fotografi presenti alla scena filmarono il massacro, e i soldati dell'ONU giunti immeditamente sul posto, verificarono che a bordo del veicolo non c'erano armi e che nessuno dei passeggeri era membro del partito libanese degli Hezbollah.

Dinabatiyeh
Il 18 aprile 1998, elicotteri da guerra israeliani aprirono il fuoco contro una casa nella cittadina libanese, sterminando una famiglia di otto persone : una madre e i suoi otto figli, l'ultimo dei quali di appena quattro giorni.

Qana
Il progetto sionista di pulizia etnica condotto da Israele contro i palestinesi dei territori occupati si estese anche a quelli residenti nel Libano del sud. Il 18 aprile 1996, elicotteri da guerra bombardarono un rifugio in cui avevano cercato scampo centinaia di civili palestinesi e libanesi, in gran parte donne, vecchi e bambini. L'attacco causo' la morte di 109 persone e il ferimento di altri 116. Le investigazioni internazionali dimostrarono che Israele aveva deliberatamente colpito il rifugio. La responsabilita' della strage fu addebitata a Shimon Peres.

Trqumia
Il 10 marzo 1998 nella Cisgiordania occupata soldati israeliani aprirono il fuoco contro un pullman carico di lavoratori palestinesi che oltrepassava il valico di Heretz per recarsi a Tel Aviv, I testimoni della strage effermarono che '' i soldati avevano sparato indiscriminatamente, per uccidere''.
Nell' ''incidente'', come fu definita la strage dal ministro della Difesa israeliano Mordechai, furono assassinati tre palestinesi, mentre molti altri rimasero feriti.

Dijanta
Gli elicotteri da guerra israeliani presero di mira una madre libanese e i suoi sei figli, che morirono nel selvaggio attacco alla periferia di Janta, il 22 dicembre 1998.

Il massacro del 24 giugno 1999
Il bombardamento di una palazzina a Beirut provoca la morte di otto persone e il ferimento di altre
ottantaquattro.

Bekaa
Il 29 dicembre 1999, elicotteri israeliani lanciarono bombe contro un gruppo di bambini che celebravano la festivita' dell'Eid. Otto bambini restarono uccisi e undici feriti.
Questi sono i massacri piu' tristemente famosi compiuti dalle forze d'occupazione sioniste in Palestina e nel sud fino al 1999. Se a questi vengono aggiunti tutti i raid compiuti dall'aviazione israeliana in Libano (circa venticinquemila morti) e i massacri delle due rivolte popolari palestinesi (l'intifada del 1987 e quella del 2000), il panorama del tributo di sangue pagato da palestinesi e libanesi per il raggiungimento della liberta' diventa ancora piu' impressionante. Di conseguenza la cosiddetta ''memoria storica'' dei paesi civili dovrebbe includere il ricordo di tutti questi uomini, donne e bambini caduti per mano di una violenza omicida cieca che nessuno puo' osare definire difesa della patria.

Il terrorismo sionista

Prima della comparsa sulla scena politica del movimento sionista (alla fine dell'Ottocento) migliaia di ebrei gia' vivevano pacificamente in Palestina in perfetta armonia con la popolazione araba locale. Fino al 1876 (e dunque assai prima della nascita del sionismo) vivevano a Gerusalemme venticinquemila persone, delle quali dodicimila, ovvero quasi la meta', erano ebrei, settemilacinquecento musulmani e cinquemilacinquecento cristiani.
Le proteste arabe relative all'immigrazione ebraica sui propri territori cominciarono a registrarsi solo in conseguenza del massiccio arrivo di nuovi coloni che intendevano appropriarsi di tutta la regione. E a partire dalla fine del XIX secolo l'insofferenza araba nei confronti del progetto sionista che voleva la nascita di uno stato ebraico a loro spese inizio' a divenire evidente. Ma i primi scontri armati veri e propri tra le due fazioni iniziarono solo a partire dagli anni Venti. Nel 1936 i sionisti cominciarono a fomentare sempre maggiori tensioni con numerose azioni false flag (i terroristi sionisti prima di compiere le loro incursioni si travestivano da arabi) che sfociarono in guerra aperta contro i musulmani. Durante la cosiddetta ''Grande Rivolta'', infatti, l'ordine pote' essere ristabilito solo a seguito di un duro intervento repressivo dell'esercito britannico, mentre sul campo rimase un gran numero di vittime di entrambe le parti in conflitto.
Viste le continue sommosse organizzate dai gruppi sionisti l'amministrazione britannica promulgo' nel 1939 una legge che limitava l'immigrazione ebraica. Nello stesso anno pero' scoppio' la Seconda guerra mondiale e la percentuale degli immigrati ebrei che si recarono a vivere in Palestina continuo' ad aumentare, grazie alle organizzazioni sioniste che si occupavano di assicurare gli ingressi clandestini. I gruppi sionisti piu' moderati, come l'Haganah di David Ben Gurion, si limitarono a fomentare gli scontri con gli arabi, mentre le organizzazioni piu' estremistiche arrivarono ad aggredire apertamente anche gli inglesi senza nessun riguardo per i civili. In questo tipo di azioni terroristiche si distinsero i gruppi sionisti piu' fanatici dell'Irgun di Menachem Begin e della Banda Stern, che videro pendere sulle teste dei propri leader e dei loro maggiori attivisti le condanne a morte regolarmente emesse dalla giustizia britannica.

La Nabka Palestinese

Nabka, pur se poco conosciuto a causa del silenzio e dell'indifferenza dei circoli mediatici, e' il termine palestinese che sta a indicare ''la catastrofe'', ovvero il giorno della diaspora palestinese e dell'espulsione di questo popolo dalla sua terra a causa della nascita del potente stato di Israele.
Con il suo carico di dolore e di profonda ingiustizia, la Nabka e' stata una vera e propria operazione di 'pulizia etnica' della Palestina e il suo drammatico racconto da parte di un autorevole storico israeliano sta scuotendo le coscienze a livello mondiale senza che cio' abbia avuto alcun eco sui media di regime italiani.
Le rivelazioni che stanno facendo cosi' tanto chiasso provengono dal volume di Ilan Pappe 'La pulizia etnica della Palestina', Fazi Edizioni.
In questo suo ultimo libro Pappe, attraverso l'utilizzo di documenti storici di prima mano quali i diari di Ben Gurion e i verbali delle riunioni del Comitato di Consulta, il massimo organo decisionale dell'Haganah, ossia del partito-milizia del movimento sionista, dimostra come l'espulsione dei palestinesi dal territorio che diventera' Israele non sia stato il frutto di una reazione difensiva alle minacce arabe, bensi' un'azione programmata, organizzata ed eseguita scientemente dai vertici dell'Haganah, Pappe dimostra addirittura come la dearabizzazione della Palestina fosse nel programma del sionismo gia' dalla sua prima fondazione, ovvero dai tempi di Theodore Herzl e che gia' nel 1936 era stato stilato da Ben Gurion il Primo Piano per la pulizia etnica della Palestina, il Piano A (Aleph in ebraico), cui seguiranno altri piani, fino a quello poi effettivamente eseguito, il Piano D (Dalet in ebraico).
Il libro e' veramente sconvolgente per la marea di nefandezze commesse dalla dirigenza sionista che nulla hanno da invidiare agli abomini nazisti. Esistevano per esempio persino un apposito archivio gestito con i soldi del Fondo Nazionale Ebraico, il cui precipuo compito era quello di raccogliere tutte le informazioni utili per la futura distruzione dei villaggi palestinesi. Tali informazioni utili per la futura distruzione dei villaggi palestinesi. Tali informazioni vennero ottenute o con l'inganno, approfittando della tradizionale ospitalita' delle famiglie arabe locali, o con l'ausilio di spie e infiltrati. Quando poi scatto' il Piano Dalet, le milizie di Haganah e delle bande terroriste Irgun e Stern arriveranno nei villaggi sapendo gia' esattamente dove colpire i notabili e i militanti palestinesi da eliminare sul posto, i terreni, le ricchezze e i raccolti di cui appropriarsi.
Ma questo e' niente. Nel libro si racconta la verita' sul tremendo massacro di Deir Yassin che Haganah lascia alla banda Stern di Shlomo Shamir per non macchiare la sua immagine personale.
254 palestinesi vengono assassinati senza che abbiano opposto alcuna resistenza: tra questi tante donne e bambini, tra cui quaranta neonati. Trenta bambini vennero allineati su un muro e crivellati di colpi tra le risate degli assassini di Stern. Orrori che pero' non si limitano a questo. Haifa e' una delle vittime predilette dell'ossessione etnica dei sionisti. Prima del 1948, i nazisionisti di Irgun, l'organizzazione terroristica che dara' poi vita al partito Likud e che era capeggiata da Menachen Begin, futuro premier di Israele, seguace di Jabotinski, compi' numerosi attentati contro la pacifica popolazione palestinese di Haifa, che aveva fino ad allora convissuto in piena armonia con gli ebrei. In particolare, si ricorda la bomba lanciata tra le maestranze portuali che aspettavano in fila per entrare a lavorare, azione che servi' a frantumare il sindacato unico dei portuali, composto sia da arabi che da ebrei, e che lascio' i cadaveri di una quarantina di lavoratori.
Piu' tardim, all'inizio della Nakba, Irgun e Haganah si divertiranno a lanciare barili incendiari ed esplosivi dai quartieri residenziali ebraici sui sottostanti quartieri palestinesi al fine di far uscire i palestinesi in strada e crivellati dall'alto con le mitragliatrici. Non solo, il bombardamento del mercato antistante il porto incui si era ammassata la popolazione palestinese disperata, in attesa di una qualunque barche che li portasse verso la salvezza, somiglia molto al bombardamento del mercato di Sarajevo. Il risultato secondario sara' la morte di molte persone per calpestamento o annegamento su barconi improvvisati. Il libro denuncia di Pappe descrive tutti questi orrori, compreso l'avvelenamento dell'acquedotto di Acri, compiuto da uomini dell'Haganah, che fece scoppiare un'epidemia di tifo tra gli assediati. La conta finale della Nabka sara' di 531 villaggi palestinesi cancellati dalla faccia della terra, migliaia di morti tra la popolazione civile palestinese e oltre un milione di deportati.



La scandalosa biografia del sionista Menachem Begin

La storia di Menachem Begin e' fondamentale per capire come vi sia stata sempre una stretta continuita' tra i nazionalisti della Seconda guerra mondiale e quelli successivamente assunsero il comando esecutivo d'Israele. Menachem Wolfovitch Begin (Brest-Litovs, 16 agosto 1913-Gerusalemme, 9 marzo 1992) e' stato un politico israeliano, primo ministro di Israele dal 1977 al 1983. A tredici anni entra nel movimento giovanile socialista Hashomer Hatzair, per passare tre anni piu' tardi al Betar, movimento sionista di destra fondato da Vladimir Jabotinski, di cui nel 1932 diventa capo del dipartimento organizzativo, occupandosi della propaganda in Polonia.
Nello stesso anno viene inviato in Cecoslovacchia e nel 1935 si laurea in legge a Varsavia. Nel 1937 viene arrestato per aver capeggiato una manifestazione di fronte all'Ambasciata britannica a Varsavia, e a partire dal 1939 organizza l'emigrazione in Palestina dei membri del Betar del quale e' diventato leader.
Giunto in Palestina nel maggio del 1942 aderisce all'Irgun (gruppo di resistenza sionista di destra), del quale in breve diviene il leader.
Organizza e dirige l'attivita' terroristica dell'Irgun, sia contro gli arabi che contro gli inglesi. Il 25 aprile 1946 guida personalmente un commando che attacca un garage inglese uccidendone tutto il personale addetto.
Il 22 luglio 1946 e' alla testa del gruppo di terroristi che fa esplodere l'hotel King David provocando la morte di 97 persone, in gran parte ammalati, feriti, medici e infermiere (l'hotel era adibito a ospedale militare). Il primo marzo 1947 uccide due ufficiali britannici in un circolo militare inglese. Il 18 aprile uccide un passante con una bomba in una azione intimidatoria terrorista. Due giorni dopo lancia un'altra bomba contro un ospedale della Croce Rossa Internazionale di Gerusalemme.
Il 12 luglio 1947 con alcuni compagni rapisce due sottufficiali inglesi appena ventenni, Mervyn Paice e Clifford Martinv : li tortura a lungo e li impicca poi con fil di ferro. Ai due cadaveri lega una bomba che ferisce i soccorritori sopraggiunti. Tre mesi dopo dirige una rapina a una succursale della Barclay's Bank e, nel fuggire col bottino, uccide quattro agenti di servizio.
Nel febbraio 1948 dirige un gruppo di terrosti in un attacco contro un ospedale inglese di Gerusalemme : risultato, tre militari feriti vengono assassinati nei loro letti. Il 10 aprile 1948, ha luogo il piu' odioso e il piu' noto dei crimini delle lotte in Palestina : Begin mette a punto e dirige personalmente l'azione di rappresaglia contro il villaggio arabo di Deir Yassin, con l'uccisione a sangue freddo di tutti i 254 suoi abitanti, compresi i vecchi, gli infermi e i bambini in fasce.
Azioni analoghe saranno volute da Begin quando sara' a capo del governo di Israele contro villaggi arabi al di la' della frontiera libanese : le vittime, migliaia. Al terrorista Menachem Begin venne assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1978.

Uno stato eretto con la violenza e il terrore

Pur condannando formalmente l'estrema destra e il razzismo, le autorita' governative israeliane hanno appoggiato i regimi dittatoriali di tutto il mondo, compreso il Sudafrica dell'apartheid nonche' il terrorista Somoza, che fu respnsabile del massacro di decine di migliaia di persone in Nicaragua.
Israele nel corso del tempo ha armato o supportato formazioni terroristiche estremiste a Taiwan, in Arabia Saudita, in America Centrale, in Argentina e in un'altra ventina di paesi attraverso rapporti di collaborazione con le lobby neonaziste americane e la CIA.
Il governo israeliano e' stato concepito sin dall'inizio dai poteri forti per divenire con il suo esercito e i suoi segreti (Mossad) il centro di crisi mondiale. Tra i membri piu' illustri del suo governo troviamo infatti i nomi di coloro che guidarono le organizzazioni terroristiche in Palestina prima della nascita dello stato d'Israele. L'establishment di questo Paese insomma e' stato costituito per servire la causa dell'elite, mentre la sua popolazione viene indottrinata all'odio e all'estaltazione sin dalla culla. Tuttavia, e' bene ripetere all'infinito che il popolo ebraico e' solo una vittima inconsapevole di questa strategia d'azione, esattamente come lo era la nazione tedesca sotto la dittatura di Hitler. Sono sempre le masse a pagare le spese delle guerre e della strategia della tensione, una regola a cui non puo' sfuggire neppure il popolo d'Israele.
Il primo ministro israeliano Menachin Begin, fu uno dei personaggi piu' in vista dell'organizzazione ebraica terroristica dell'Irgun, ma cionostante, incredibile a dirsi, gli venne attribuito il Nobel per la pace! Ytzhak Shamir, un altro primo ministro israeliano, prima di diventare il capo del Mossad all'epoca dell'assassinio di J.F.Kennedy militava come terrorista. Anche Ytzhak Rabin (assassinato a sua volta nel 1995) godeva di un curriculum da terrorista alle spalle. E come affermato da Naeim Giladi, storica e scrittore israeliano : ''Rabin inauguro' la sua carriera.... con omicidi terroristici che versarono il sangue sia degli arabi che degli ebrei, a seconda delle necessita' dettate dal freddo calcolo politico''. Nel 1940, il movimento clandestino sionista per l'immigrazione egli ebrei in Palestina decise di sabotare le navi dei rifugiati piuttosto che lasciarle allontanare. A tal proposito Giladi aggiunge : ''In quei giorni Rabin era un membro della Palmach (squadra d'azione), si trattava di una forza clandestina violenta... Nel 1940 il suo gruppo fece esplodere la nave Patria, carica di rifugiati nel porto di Haifa. Piu' di 250 emigranti ebrei morirono nell'esplosione''. Successivamente a questo episodio la Palmach di Rabin riservo' lo stesso trattamento ad altre tre navi e il risultato fu che morirono piu' di un migliaio di ebrei, mentre la responsabilita' di questo orribile massacro venne fatta ricadere sugli arabi. Il vero scopo di questa azione infatti era quello di compiere una classica operazione false flag per legittimare ritorsioni armate. Che lo stesso popolo ebraico sia una vittima dell'elite emerge quindi dai fatti come un dato incontrovertibile e del tutto evidente. Nel diario del leader sionista Ben Gurion troviamo infatti scritto che gli attentati 'suscitarono nei nostri confronti piu' simpatia e appoggio a livello mondiale di quanto ci aspettassimo''.

La politica sionista del lavoro ebraico

Alcuni dei primi colonizzatori ebraici erano mossi verso la Palestina dagli ideali socialisti, che si concretizzarono nella creazione dei kibbutz, le comunita' di lavoro organizzate secondo criteri collettivisti. Va tuttavia precisato che gli ideali comunisti a cui si ispiravano i coloni furono riservati sin dal principio ai soli cittadini ebrei. Nel neonato stato d'Israele vigeva infatti la cosiddetta politica del 'lavoro ebraico', secondo cui i kibbutz non potevano accettare lavoratori palestinesi.
Tra gli immigrati ebrei comincio' a ritornare in uso la lingua ebraica, che era stata relegata da tempo al solo ambito religioso. In Israele peraltro non esiste il matrimonio civile ed e' possibile sposarsi solo davanti a un'autorita' religiosa. Tale situazione rende impossibile i matrimoni misti fra ebrei e arabi cittadini di Israele. Successivamente all'occupazione militare della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, avvenuta nel 1967 a seguito alla vittoriosa Guerra dei sei giorni, sono stati costruiti nuovi insediamenti ebraici nei territori occupati. Le ruspe dei coloni hanno quindi fatto il loro ingresso nella terra confiscata ai palestinesi, ma per legge internazionale i nuovi insediamenti sono illegali. Ciononostante vi abitano ormai piu' di quattrocentocinquantamila coloni. Alcuni di loro sono motivati dalla credenza religiosa che l'intera terra di Israele sia stata promessa da Dio agli Ebrei e che cederne anche solo un pezzo costituisca un peccato. Altri invece sono mossi da considerazioni piu' pratiche, quali il minor costo della vita garantito ai coloni dagli ingenti finanziamenti statali che ricevono.
Queste colonie, a cui la stragrande maggioranza dei palestinesi non puo' accedere (fanno eccezione coloro che sono ammessi a lavorarvi, in condizioni molto peggiori di quelle di lavoratori israeliani di pari livello), hanno attirato condanne sia da parte dei Palestinesi che di molte altre nazioni di quasi tutto il mondo. Chi si oppone paragona spesso la situazione a quella dell'apartheid sudafricano. Fra questi vanno ricordati due sudafricani (che quindi sanno benissimo di cosa si tratta), l'arcivescovo Desmond Tutu e l'inviato ONU per i diritti umani John Dugard, che considera lo stato delle cose ancora peggiore. Le Nazioni Unite, in una risoluzione del 1975, equipararono il sionismo al razzismo, ma la risoluzione relativa fu poi ritirata all'inizio degli anni Novanta, quando comincio' il processo di pace (che in realta' non ha mai avuto luogo).

La religione ebraica ortodossa e i suoi difficili rapporti con il sionismo

La comunita' ebraica nel suo insieme e' assolutamente estranea ai programmi dell'elite e dei suoi agenti sionisti. E anche se esistono effettivamente frange di fanatici israeliani che si riconoscono nella politica di ingiustizia e di sopraffazione attuata dal loro governo, e' pur vero che ogni altra nazione ha la sua nutrita schiera di insani di mente. Peraltro l'elite detiene il controllo dei mezzi d'informazione, della politica e di tutte le risorse finanziarie necessarie per sostenere, creare e manipolare gli estremismi di cui ha bisogno per realizzare i propri disegni politici (dove la creazione dello stato d'Israele rappresenta solo un piccolo passo avanti).
L'ebraismo ortodosso invece non comprende affatto l'esaltazione razziale come un proprio inalienabile principio costituente. Secondo l'ebraismo tradizionale, infatti, il regno di Israele si ristabilira' all'arrivo del messia, la cui comparsa puo' essere favorita obbedendo esclusivamente ai precetti religiosi della sua legge. Il cosiddetto sionismo revisionista invece non e' solo una ideologia politica estremista di destra, ma rappresenta anche la vera essenza del sionismo.
Una volta concepita una simile dottrina, l'elite ha provveduto a farla 'digerire' con ogni mezzo possibile di persuasione al resto della comunita'. Tale ideologia persegue quelle finalita' politiche e razziali che sono poi all'origine delle divergenze con gli ebrei osservanti.
Il revisionismo si discosta quindi ampiamente dalla tradizione ebraica ed e' spesso in opposizione anche con gli ebrei riformati (Reformed Jews). Questi ultimi infatti sostengono (e come si puo' dar loro torto) che gli ebrei costituiscono solo una comunita' religiosa e non una razza. Per costoro infine l'atteso regno messianico non e' che una metafora per un futuro di giustizia. Tra gli oppositori del sionismo revisionista ci sono anche, per fortuna, molti ebrei che lottano per realizzare le istanze socialiste dell'equita' sociale. Il sionismo di destra, quindi, al fine di legittimare la propria esistenza ha sempre fatto perno sui pericoli rappresentati dall'antisemitismo. Successivamente alla divulgazione delle vicende che riguardarono l'Olocausto, infatti, l'idea sionista prevalse su tutte le altre restando quella largamente maggioritaria tra gli ebrei fino alla guerra del 1967. In seguito alle vicende belliche le voci di opposizione cominciarono pero' a farsi sentire, crescendo durante la prima guerra del Libano e divenendo poi ancora piu' forti con la seconda intifada.

Esperimenti genetici sionisti

Nel 1951 il dottor Chaim Sheba, direttore generale del Ministero della Sanita', fece un viaggio in America. Ne torno' con sette macchine a raggi X fornite dall'esercito USA. Queste macchine furono usate per irradiare un enorme numero di bambini ebrei sefarditi, si dice fino a centomila, quasi tutti provenienti dal Marocco, le cui famiglie erano state convinte a fare 'ritorno' in Israele.
A ciascuno di questi bambini fu somministrata trentacinquemila volte la dose massima consentita di 
radiazioni, concentrate sulla testa. Per questo test di massa il governo americano, che aveva bandito dal 1951 gli esperimenti atomici su essere umani e aveva quindi bisogno di cavie, pago' al governo israeliano trecentomila lire israeliane l'anno, non si sa esattamente per quanti anni (si pensi che l'intero bilancio del Ministero della Sanita' israeliano ammontava allora a sessantamila lire). Israele ottenne anche elementi tecnici del know-how necessario per avviare il proprio programma militare nucleare. Liniziatore di tale programma era stato Shimon Peres, futuro presidente, laburista e uomo di pace per tutti i media. All'epoca Peres era direttore generale del Ministero della Difesa israeliano.
Per ingannare i genitori, fu detto loro che le irradiazioni servivano per curare un parassita cutaneo, la tricofizia dello scalpo, e i bambini furono caricati su pullman per ''gite scolastiche''. Almeno seimila di quei bambini morirono subito dopo le somministrazioni; molti altri sono morti invece nel corso degli anni per tumori. Alcuni sono ancora vivi, ormai anziani, e sofferenti di gravi disturbi, dall'Alzheimer alla cefalea cronica, dall'epilessia alla psicosi.
L'episodio e' stato oggetto di un documentario, 'Ten thousand Radiations', prodotto nel 2003 dalla Dimona Productions Ltd, (Dimona e' il luogo delle installazioni atomiche giudaiche), registi Asher Khamias e David Balrosenm, produttore Dudi Bergman. Il 14 agosto 2006 e' stato trasmesso dalla tv israeliana (Canale 10). Nel documento venivano intervistati diversi superstiti. Una vecchietta marocchina ricorda quel che sofferse da piccola : ''Urlavo : mal di testa vai via, mal di testa vai via, vai via... Non andava mai via''. Un sessantenne che ne dimostra venti in piu', piegato in due mentre cammina esitante per la strada: ''Devo zoppicare per non cadere in avanti. Mi hanno tolto la giovinezza, con quei raggi''. Una donna con la faccia deformata : ''Tutti e tre i miei figli hanno la
mia stessa forma di cancro. E' una coincidenza?''.Ovviamente le radiazioni hanno alterato il codice genetico delle vittime, portando a malformazioni anche nei figli.
Le ebree marocchine di oggi soffrono in eta' avanzata di una forma orribile di alopecia, con cicatrici
sul cuoio capelluto, che cercano di nascondere con l'henne' e con copricapi. Il pubblico israeliano ritiene si tratti di un carattere 'razziale' della comunita' marocchina. Nel documentario un'anziana con pochi pietosi ciuffi di capelli sparsi sul capo mostra una sua foto giovanile: e' una tredicenne con una folta chioma nerissima. ''Ero io prima della cura'', dice. Un'infermiera che aveva partecipato all'operazione : ''Ce li portavano (i bambini) in file e file. Prima di tutto rasavano loro la testa e la ungevano con un gel che bruciava. Poi mettevano loro una palla fra le gambe dicendo di non lasciarla cadere, cosi' non si potevano muovere. Io indossavo il grembiule al piombo, ma per loro non c'erano indumenti protettivi. Mi era stato detto che era un trattamento per la tricofizia. Avessi saputo il pericolo che quei bambini affrontavano, mai avrei cooperato, mai!''.
Parla anche un ebreo di nome Davi Deri, che si ricorda di quando era bambino : ''Ero in classe e vennero delle persone per portarci in gita scolastica. Fecero l'appello, ci chiesero i nostri nomi. Ai bambini askhenazi dissero di tornare al loro posto. Solo i bambini di pelle scura furono portati nel bus''. I sefarditi sono praticamente indistinguibili dagli arabi nordafricani; in Israele costituiscono una sottoclasse oppressa, ridotta a vivere di espedienti e reati. I dominatori ashkenazi (non una goccia di sangue di Abramo nelle loro vene) hanno diffuso l'idea che i sefarditi siano sottosviluppati mentali. Ma i sefarditi marocchini che hanno avuto la fortuna di emigrare in Francia anziche' in Israele, costituiscono una comunita' rispettata e di successo. Certo, aver ricevuto in testa trentacinquemila volte piu' radiazioni di quelle ammesse non deve aver aiutato il fiorire delle intelligenze.
Nel documento si chiarisce oltre ogni dubbio che l'esperimento genocida fu cosciente e deliberato. 
Vi si mostra il documento medico che indicava, nel 1952, le precauzioni da prendere per i raggi X.
La dose massima da somministrare a un bambino era di 0,5 rad. Il pericolo delle radiazioni era noto ormai da quarant'anni. Si fanno anche i nomi dei due responsabili, che avevano espresso idee razziste contro i sefarditi.Sono due personaggi mitici del sionismo : Nahum Goldmann e Levi Eshkol.
Goldamnn passo' il periodo bellico prima in Svizzera, poi a New York, dove fu nominato capo del Congresso Ebraico Mondiale, diretto da Samuel Bronfman, della famiglia ebreo-canadese proprietaria della Seagram Whisky e del colosso chimico DuPont.
Secondo lo storico ebreo-canadese Mordechai Richler, in quegli anni Bronfman si era adoperato per 
impedire che gli ebrei europei, fuggendo dal Reich, ricevessero asilo in Canada. Bronfman strinse un accordo su questo con l'allora premier canadese Mackenzie King. Decenni dopo un suo erede, Edgard Bronfman, strinse un accordo simile con Gorbaciov: se si lasciava emigrare i due, tre milioni di ebrei russi, l'URSS avrebbe ottenuto lo status di 'nazione piu' favorita' con gli USA. Ma a una condizione: gli ebrei russi dovevano essere fatti emigrare solo in Israele, non altrove. Nahum Goldman, negli anni delle guerra, coopero' a quell'esodo selezionato, e sorveglio' che gli ebrei salvati andassero 'solo' in Israele.
Quando a Levi Eshkol, il suo ruolo nell'Olocausto fu anche piu' ambiguo. Come si legge nella biografia ufficiale sul sito web del governo israeliano : ''Nel 1937 Levi Eshkol ebbe una parte essenziale nel creare la compagnia idrica (israeliana) Mekorot. Come dirigente di tale ditta, ebbe modo di convincere il regima germanico a lasciar emigrare gli ebrei tedeschi in Palestina con i loro beni, per lo piu' in forma di attrezzature e macchinari Made in Germany''. Insomma un bell'accordo commerciale con i nazisti, con cui a quell'epoca Eshkol era in ottimi rapporti. Seguace aperto di Sabbatai Zevi lo pseudo-messia, Levi Eshkol divenne nel 1951 ministro dell'Agricoltura, poi dal 1952 al 1963 ministro delle Finanze. ''Un decennio'', si legge nella sua biografia ufficiale, ''caratterizzata da eccezionale crescita economica, nonostante il peso del finanziamento dell'immigrazione e del suo assorbimento e la guerra del Sinai del 1956. Tra il 1949 e il 1963, Eshkol fu anche il capo della divisione insediamenti dell'Agenzia ebraica, responsabile dei fondi per l'assorbimento delle massicce ondate di emigranti, nonche' per le forniture militari all'esercito''.
Tra le massicce ondate di immigranti ce n'erano evidentemente alcuni di troppo, sgraditi per il colore della pelle e perche' non parlavano yiddish come gli askhenazi; ma del porco non si butta via
niente. Come cavie sperimentali, le bocche inutili diventavano una fonte di profitto. Tuttavia, per il 
genocidio dei bambini sefarditi compiuto dal santo regno di Sion mancano tutti i documenti per risalire con precisione ai responsabili.
A Canale 10, nel dibattito che e' seguito al documentario, il portavoce del Ministero della Sanita' Boaz Lev ha ammesso: ''Quasi tutti i documenti ( sulla vicenda) sono stati bruciati''. La cosa fu ripetuta, a quanto pare, su 4.500 bambini, per lo piu' figli di immigrati ebrei dello Yemen.
Anni dopo fu perfino creato un movimento per quei bambini yemeniti, fondato dal rabbino Uzi Meshulam. Costui asseriva che i 4.500 bambini, rapiti alle famiglie, erano stati mandati in America dove erano morti in esperimenti. Rabbi Meshulam fu messo in prigione; ne e' uscito in stato vegetativo, da cui non si e' piu' ripreso.
Anni dopo, un altro rabbi, David Sevilla confermo' la versione, apparentemente pazzesca. Esisterebbero persino foto delle orribili cicatrici da radiazioni sui corpi di quei bambini e delle gabbie con cui furono trasportati in USA. Effettivamente, gli USA avevano segretamente adoperato detenuti e minorati mentali come cavie umane per constatare gli effetti delle esplosioni atomiche; negli anni Quaranta la cosa trapelo', e il Pentagono dovette smettere tali esperimenti. Aveva pero' bisogno di altre cavie umane. E' possibile che gli askhenazi israeliani le abbiano fornite,
liberandosi cosi' di ebrei purissimi ma culturalmente ''orientali'', dunque ''inferiori'' e indesiderati? Il governo di allora aveva come primo ministro David Ben Gurion, mitico padre della patria sionista. Ministro degli Esteri era Levi Eshkol, Golda Meir ministro del Lavoro, Eliezer Ka'plan ministro degli Insediamenti, Moshe Sharrett ministro della Sanita': Shimon Peres, come detto, direttore generale della Difesa. Il Gotha luminoso del sionismo, avvolto nella eroica leggenda di Sion. Costoro erano sicuramente al corrente dell'esperimento delle centomila radiazioni.
Eliezer Kaplan, come ministro delle Finanze, deve aver gestito i notevoli profitti dell'operazione: oggi un famoso ospedale israeliano e' dedicato al suo nome immortale,Chaim Sheba diresse in quegli anni la Ringworm Incorporated, la ditta creata ufficialmente per combattere la tricofizia del cuoio capelluto (una piaga dell'epoca, dovuta alla scarsa igiene degli ebrei sefarditi). Yosef Burg, ministro della Sanita', ebbe certamente un ruolo in questa operazione di ''igiene preventiva''; del resto, rabbi Meshulam, prima di perdere la ragione nelle galere ebraiche, accusava Burg di essere il mandante del rapimento e della scomparsa dei 4.500 bambini yemeniti. Curiosamente suo figlio. Avraham Burg, gia' presidente della Knesset, ha preso pubblicamente le distanze dal razzismo talmudico sionista anti-palestinese. Levi Eshkol, con le sue varie cariche e la responsabilita' di far soldi per il bene di Sion, potrebbe essere stato l'ideatore e l'esecutore del grosso affare con gli americani.
L'anchorman Dan Margalit ha poi chiusi il pubblico dibattito televisivo sulla questione spiegando che l'Olocausto segreto e' da ricordare cosi: ''Lo Stato era povero. Era una questione di sopravvivenza quotidiana''. Come dire : l'esistenza stessa di Israele e' in pericolo, Israele ha diritto di difendersi. Alla realizzazione del suddetto programma 'Ten Thousand Radiations' parteciparono testimoni, vittime ed esperti del Ministero della Sanita'.

Fonte : Rivelazioni non autorizzate










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