lunedì 6 aprile 2015

I ROTHSCHILD E LA GESTIONE DELLA RICCHEZZA DELLA CHIESA CATTOLICA

Gia' nella prima meta' dell'Ottocento il papato si rivolse ai Rothschild per ottenere in prestito denaro 
per le proprie esigenze finanziarie e a loro, nel corso del tempo, e' stata affidata una parte consistente della ricchezza del Vaticano. Gia' nel 1905 i banchieri massoni erano considerati i 'guardiani' del tesori papale. E ancor oggi gli affari finanziari della Chiesa cattolica farebbero parte di un esteso sistema interconnesso con i Rothschild e con il resto del mondo bancario internazionale.
Intorno al 1906, la Jewish Encyclopedia segnalava : ''La pratica dei Rotschild di avviare piu' fratelli a creare filiali dell'impresa di famiglia in diversi centri finanziari e' stata seguita da altri finanzieri ebrei, come i Bischoffeim, i Pereire, i Seligman, i Lazard, e altri. E questi banchieri, con la loro integrita' e capacita' finanziaria, ottenevano credito non solo dai loro confratelli ebrei, ma dal mondo bancario in generale. In tal modo i finanzieri ebrei arrivarono a controllare una quota crescente della finanza internazionale nella seconda meta' del XIX secolo. La guida di questo gruppo finanzieri e' stata la famiglia Rothschild. Poi i finanzieri non ebrei hanno imparato la stesso metodo cosmopolita''. Il mercato dell'oro era cosi' importante e fondamentale, per i Rothschild, che dal 1919 fino ai nostri giorni la banca Rothschild ospitaa e presiede per due volte al giorno il fixing mondiale del prezzo dell'oro.
Date queste indiscutibili competenze, le alte gerarchie ecclesiastiche si sono sempre servite dei Rothschild, nonostante la loro forte caratterizzazione massonica. Non va trascurato poi che sin dall'Ottocento esisteva un ramo napoletano dei Rothschild; una presenza massonica legata anche alla calata napoleonica nel Sud Italia.
La banca CM de Rothschild & Figli di Napoli dispose ingenti prestiti allo stato pontificio e ai vari re di Napoli, oltre che al ducato di Parma e al granducato di Toscana. Nel 1832, quando papa Gregorio XVI incontro' Carl Von Rothschild, gli osservatori rimasero scioccati nell'osservare che a Rothschild non fu richiesto di baciare i piedi del papa, come era allora richiesto a tutti gli altri visitatori, compresi i monarchi. L'unificazione italiana nel 1861, con il conseguente declino dell'aristocrazia italiana, ovvero la clientela primaria dei Rothschild, alla fine porto' alla chiusura della loro banca a Napoli, a causa di previsioni di calo a lungo termine della sostenibilita' delle attivita'.
La causa del dissesto delle finanze vaticane nell'Ottocento e' da ricercare nell'incapacita' dello stato pontificio di partecipare al profondo processo di modernizzazione che investi' la societa' e l'economia italiana ed europea dopo il 1848.
I violenti traumi subiti dallo stato pontificio nel 1831 e nel 1848 furono occasioni mancate per un'approfondita riflessione sui mali economici che stavano conducendo il potere temporale dei papi verso l'inevitabile declino. Il governo pontificio rimase agganciato a un modello amministrativo inadeguato, respingendo le istanze delle classi medie, specie quelle delle regioni piu' progredite del Nord, insoddisfatte per l'opprimente sistema fiscale e doganale.
La mancanza di un consenso profondo spinse i governanti pontifici a tessere una vasta rete clientelare, in particolare al Sud, rafforzando la tradizionale struttura assistenziale, con funzioni di ammortizzatore dei conflitti sociali. Le erogazioni necessarie al mantenimento di un capillare apparato di controllo politico e di consenso sociale, e gli oneri finanziari del debito pubblico, sopravanzarono cosi' in modo sempre piu' grave le spese per la costruzione di infrastrutture e gli incentivi necessari a dare impulso all'economia. Il sistema economico dello stato pontificio divenne cosi' sempre piu' fragile e statico, l'assistenzialismo trovo' nuove ragioni per diffondersi, indebolendo ulteriormente l'economia, e cosi via, in un circolo vizioso sempre piu' grave.
Lo squilibrio nei conti pubblici divenne sempre piu' profondo. Tale squilibrio fu finanziato da un crescente indebitamento verso l'interno, in una prima fase; successivamente, il suo aggravarsi rese necessario ricorrere a crescenti finanziamenti internazionali, che i Rothschild furono pronti a mettere a disposizione. In questo modo l'indebitamento divento' una gabbia sempre piu' stretta per la societa' e l'economia pontificia.
Cio' a diffenza degli altri stati europei, che , nella fase della rivoluzione industriale, seppero ricorrere all'indebitamento come strumento per lo sviluppo, sostenendo la crescita degli investimenti nel settore industriale e ferroviario. Lo stato pontificio, stretto tra la propria incapacita' di adeguarsi alla realta' in mutamento e di accogliere i fermenti che agitavano l'Italia e l'Europa, si trovo' ad affrontare un drastico e progressivo peggioramento della propria situazione finanziaria. Lo stato pontificio non giunse all'insolvenza o alla necessita' di adottare misure straordinarie; prima che cio' avvenisse, i bersaglieri a Porta Pia posero fine al potere temporale del papa.

Fonte : Vaticano massone






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