martedì 27 ottobre 2015

L'ATTENTATO A MATTEI FU OPERA DEL MOSSAD?

Michele Di Salvo nel libro indagine ''Uomini Soli : Enrico Mattei e Mauro De Mauro'' tenta di rivelare le verita' nascoste sulla scomparsa improvvisa di Enrico Mattei.
La ricerca si basa sulla consultazione di dossier americani, fonti giudiziarie e dichiarazioni di ex-componenti dei servizi segreti. Nel report sono citati anche atti di indagine.
Secondo Di Salvo a compiere l'attentato sarebbero stati agenti della Oas (un'organizzazione che promuoveva la presenza coloniale francese in Algeria). (1)
Claudio Moffa, professore ordinario presso la Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Teramo e sostenitore della sovranita' monetaria,in un documento evidenzia :
1-i legami del Mossad con il capo dell'Oas
2-il 25 luglio 1961 Oas invia una lettera di minaccia a Mattei per il suo sostegno  alla guerriglia algerina
3-le posizioni anti-Israeliane di Mattei in tre situazioni :
: il primo è una lettera in data 23 settembre 1957 del sottosegretario agli Esteri Alberto Folchi a Mattei. L’ENI è in pieno contenzioso con Israele, che si oppone ad un congruo risarcimento per i beni razziati dalle proprie truppe nei campi petroliferi italo-belgi-egiziani di Abu Rudeis durante la guerra di Suez del novembre ’56. L’ammontare dei danni e delle sottrazioni è calcolato dall’ENI in circa 2 milioni di dollari dell’epoca. Ma durante le trattative gli israeliani puntano i piedi, e Mattei a un certo punto decide di romperle, chiedendo contestualmente al governo italiano di esser libero di lanciare una campagna di stampa contro l’atteggiamento della delegazione di Tel Aviv. La risposta alla fine è no: prima il ministro Carrobio – alto funzionario della Farnesina – chiede a Mattei di attendere un nuovo tentativo diplomatico, poi a settembre, è appunto Folchi a ammonire – pur riconoscendo i torti di Israele nella vicenda – che un eventuale “inasprimento polemico … non solo potrebbe nuocere ai buoni rapporti fra l’Italia e Israele … ma suscitare negative ripercussioni in quei circoli politici e finanziari americani dove le simpatie e la solidarietà anche materiale per Israele hanno così larga parte”. Siamo nel 1957: il problema sollevato mezzo secolo dopo dal saggio di Walt e Mearsheimer 2 già esisteva. Il secondo documento è costituito da un articolo e un trafiletto tratti da “Il Giornale d’Italia” del 15 novembre 1961, relativi ad un credito imponente concesso dall’ENI 
all’Egitto – 30 miliardi di lire dell’epoca – e a un colloquio di due ore di Mattei in visita al Cairo, con Nasser. Nasser era – come vedremo anche dai documenti citati nel presente articolo – il nemico principale dello Stato ebraico in Medio Oriente, una vera e propria ossessione per Israele negli anni Cinquanta e Sessanta: lo stesso ruolo svolto da Saddam Hussein dagli anni Ottanta fino al suo assassinio, e da Ahmedinejad oggi. Come poteva la vicenda Mattei non interferire ed ostacolare la strategia israeliana non solo in Medio Oriente, ma anche verso l’Occidente? Il terzo documento, del dicembre 1961, è ancora più interessante: è una lista di interlocutori dell’ANIC – la consociata dell’ENI diretta all’epoca da Cefis – residenti in Israele, cittadini israeliani, di cui il primo è definito “ns. agente”. Una lista venuta alla luce – stando alle carte dell’Archivio ENI da cui, come gli altri due documenti già citati, è stata tratta – dopo un’inchiesta interna: era accaduto che nell’estate del ’61, un bollettino tedesco sul petrolio aveva rivelato l’esistenza di rapporti economici fra l’ENI e Israele, e la notizia aveva scatenato proteste in tutto il mondo arabo, i cui paesi – uniti attraverso la Lega araba in un Comitato per il boicottaggio di Israele - avevano chiesto spiegazioni a Mattei. Il presidente dell’ENI si era affrettato a smentire tutto, con parole forti: “L’ENI non ha rapporti con Israele e non intende averne sotto nessun aspetto” scriveva in una lettera all’ambasciatore della RAU a Roma del 12 ottobre 1961 (vedi il documento inedito qui pubblicato). Ma le voci continuarono, e a dicembre usciva fuori la verità: i rapporti con Israele esistevano, attraverso l’ANIC controllata da Cefis. Nel gennaio del 1962 Cefis viene espulso dall’ENI; a luglio Montanelli spara sul “Corriere della Sera” i servizi infamanti su Mattei, ricchi di dati sulla situazione interna alla compagnia di stato; a ottobre Mattei viene assassinato. È sbagliato o esagerato sostenere a questo punto che bisogna rivedere molte cose del caso Mattei, di solito interpretato alla luce delle contraddizioni fra Est e Ovest, fra l’ENI e le Sette sorelle, o addirittura fra le correnti del partito cui Mattei apparteneva, la DC? (2)

Fonti :
(1) http://www.wallstreetitalia.com/article/1522901/lo-scoop/eni-morte-mattei-furono-agenti-segreti-francesi-con-placet-cia.aspx

(2) http://www.claudiomoffa.it/pdf/Moffa%20eurasia_255-269.pdf







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